I 20 anni della Estrela do Mar, la scuola che forma al futuro
Luigi Bobba racconta il suo viaggio a Inhassoro in Mozambico dove ai primi di maggio si è celebrato il ventennale di una scuola professionale voluta dalle Acli e dai missionari vercellesi. Una realtà che è cresciuta negli anni e che ha mantenuto un legame con l’Enaip divenendo un modello di cooperazione di sviluppo comunitario.
di Luigi Bobba
È il 6 maggio, all’aeroporto di Vilankulo – Mozambico. Con una piccola delegazione, arrivata il 2 maggio ad Inhassoro per la festa dei 20 anni della Estrela do Mar e guidata del presidente di Enaip Net, Giorgio Sbrissa, stiamo ripartendo per Maputo dove ci attendono numerosi incontri istituzionali per la messa in opera del progetto Pretep plus (formazione formatori e assistenza tecnica per nove scuole tecnico – professionali in tutto il Mozambico).
Il saluto che incoraggia
Mi avvicino al bancone dell’aeroporto per chiedere un “cafesinos”. Il barista, sentendo il mio accento, mi chiede se parlo spagnolo. No, italiano. «E dove sei stato?» Rispondo, ad Inhassoro. Ah, ribatte in un lampo lui, «allora conosci la Estrela do Mar (la scuola professionale creata dalle Acli e dai missionari vercellesi don Pio Bono e Caterina Fassio)». Certo, riprendo. «Hai frequentato la scuola?» « No, ma meo hermano (mio fratello) si è diplomato con il corso di elettricità industriale. È stato molto contento e ora sta lavorando come elettricista alla Sasol (un’importante azienda di estrazione del gas che opera su quel territorio)». La sua risposta non ha certo il valore di un’indagine statistica sull’efficacia della scuola nata 20 anni orsono, ma forse è il miglior saluto che potevamo ricevere e anche il più forte incoraggiamento a proseguire il lavoro intrapreso nel 2004.
E di saluti e riconoscimenti il 3 maggio – giorno della celebrazione della ricorrenza – ve ne sono stati diversi, a cominciare dall’Ambasciatore d’Italia a Maputo, Gianni Bardini. «Sono venuto qui con molte aspettative perché tante persone mi avevano parlato bene della Estrela do Mar di Inhassoro, ma la realtà ha superato le mie aspettative. Davvero un’opera educativa e sociale bella e importante che fa onore all’Italia, alle Acli e che contribuisce a rafforzare la collaborazione tra il nostro Paese e il Mozambico».
Una scuola per la comunità
Questa affermazione ha fatto tornare immediatamente alla mia mente (ne avevo scritto anche per VITA) le parole di don Pio Bono – missionario “fidei donum” per 20 anni ad Inhassoro. Era il 3 aprile 2004 quando, in occasione dell’apertura della scuola, rivolgendosi alle autorità locali, al vescovo, ai professori, agli studenti e alle loro famiglie, disse che «questa scuola non è del padre Pio, ma è di tutti, è della comunità ed è stata creata per favorire la crescita umana e professionale dei giovani del Distretto di Inhassoro».
Parole che ancora oggi fanno da guida – come la Croce del Sud – (la stella polare dell’emisfero Sud del mondo) a chi oggi ha la responsabilità di dare continuità al sogno di don Pio Bono e delle Acli.
La storia della scuola
Nata come scuola professionale, con corsi di sartoria, falegnameria, meccanica, elettricità, hotelleria e contabilità, nel 2016 è stata trasformata in Istituto tecnico e commerciale con la possibilità per gli studenti di acquisire non solo la qualifica professionale ma anche il diploma secondario. Ai primi edifici, dove sono installati sei diversi laboratori, si sono aggiunte numerose aule scolastiche, due biblioteche, un’aula informatica con 40 computer, un collegio che ospita più di 100 studenti che vengono dalle località più lontane e un campo sportivo.
Nel 2018, grazie al sostegno della Sasol – un’azienda di estrazione e trasformazione del gas – è stata costruita una nuova struttura per ospitare i corsi di diploma in meccanica ed elettricità industriale e di contabilità.
Nel gennaio del 2020 poi – prima della partenza di don Pio e Caterina Fassio – è nata la scuola S. Eusebio che accoglie i ragazzi e le ragazze che iniziano il ciclo secondario degli studi a partire dall’età di 12 anni.
Da 130 a 1.340 studenti
Così, poco per volta, da circa di 130 allievi si è arrivati a più di 1.340 studenti che frequentano i diversi corsi scolastici sotto la guida di un corpo insegnante di quasi 60 persone.
Nel 2020, il testimone da don Pio è passato a padre Geremia dos Santos Moises, un sacerdote della diocesi di Inhambane che ha assunto la responsabilità sia della parrocchia che della Estrela do mar. Sotto la sua guida, in questi ultimi quattro anni, la scuola si è consolidata e rafforzata, continuando ad offrire una formazione di qualità ad un numero sempre maggiore di studenti.
Illuminanti sono state le parole del Vescovo della diocesi di Inhambane – presente il 3 maggio ad Inhassoro – don Ernesto Maguengue (nella foto): «don Pio – insieme alle Acli – è stato un “visionario”, ha saputo guardare lontano». Rivolgendosi alle diverse centinaia di giovani presenti ha detto: «Voi tutti quando don Pio ha “sognato” questa scuola, non eravate ancora nati, ma don Pio con questa opera ha pensato anche al vostro futuro. Oltre ad essere grati a lui e alle Acli, prendiamo l’impegno di continuare a lavorare per il futuro professionale dei nostri giovani».
La festa
La festa è stata accompagnata da musiche, canti e danze che hanno coinvolto anche le autorità presenti, compreso il parroco p. Geremia. I ragazzi hanno poi composto un’originale canzone di ringraziamento a don Pio, alle Acli, alla Estrela do Mar e al patrono della parrocchia, il proto vescovo di Vercelli S. Eusebio.
È toccato poi a Giorgio Sbrissa – presidente di Enaip Net, il consorzio dei principali Enaip del Nord Italia che gestisce circa 100 centri di formazione professionale – raccogliere il testimone di chi lo ha preceduto – in particolare Enaip Piemonte – per tracciare la strada affinché questa opera educativa e sociale possa durare nel tempo e trovare le strade più efficaci per rispondere alla crescente domanda di buona formazione e di accompagnamento al lavoro per un popolazione – come accade in tutta l’Africa – composta per più del 60% di giovani sotto i 25 anni.
Un modello possibile
Il presidente nazionale delle Acli, Emiliano Manfredonia ha voluto ricordare l’evento con una lettera indirizzata al Vescovo don Ernesto nella quale tra l’altro scrive: «L’attività della Estrela do Mar ad Inhassoro è stata importante: importante per voi, che ne vedete ogni giorno i frutti sempre più copiosi, ma anche importante per noi aclisti italiani …. perché questa iniziativa rappresenta un modello possibile di sviluppo comunitario che si realizza attraverso l’apprendimento e la coscienza della propria dignità nel segno della fratellanza tra di noi».
Una festa bella e gioiosa in cui non poteva mancare il tradizionale taglio della torta. Per qualche ora il cuore di noi tutti – italiani e mozambicani – si è riempito di sentimenti positivi e abbiamo dimenticato i non pochi problemi che ci stanno di fronte, dalla manutenzione delle strutture ai nuovi investimenti, dall’aggiornamento delle attrezzature alla necessità di rispondere in modo puntuale alle nuove domande formative del territorio.
Un territorio che in questi anni si è molto trasformato: da piccolo borgo di pescatori (siamo in riva all’Oceano Indiano), è oggi un Distretto che conta più di 40mila abitanti e lo sviluppo locale ha conosciuto, specialmente negli ultimi 10 anni, una crescita impetuosa sia per l’arrivo di attività industriali che per il turismo. Lì di fronte si trova infatti lo splendido arcipelago di Bazaruto, patrimonio naturalistico protetto dall’Unesco.
Il sostegno di tanti
La Estrela do Mar è un’opera che dura nel tempo perché oltre all’iniziale supporto – che tuttora continua – delle Acli nazionali, si avvale del sostegno di tante istituzioni e persone che parlano vercellese. Mi riferisco alla Fondazione Crvc – guidata da Aldo Casalini – che ha assicurato continuità nel sostegno da parte della Fondazione anche negli anni futuri. E le Acli di Vercelli con la guida di Cesare Daneo che, insieme ad Ipsia Vercelli, con il presidente Giuseppe Bovio hanno sempre accompagnato, sostenuto e incoraggiato questa iniziativa.
Le “escolignas”
Una parola speciale va a Caterina Fassio, missionaria laica insieme a don Pio per 20 anni ad Inhassoro. La scuola ha potuto contare sul suo sostegno e la sua competenza; ma soprattutto, per sua iniziativa, sono nate le “escolignas”, le scuole dell’infanzia che ancora oggi accolgono diverse centinaia di bambini. Infine, un ultimo grazie va Michele Lepora, il tecnico che ha accompagnato l’installazione di tutti i laboratori, ne ha curato la manutenzione e la funzionalità in raccordo con gli insegnanti della Estrela do mar.
In poche parole solo insieme – volontari e donatori, istituzioni e associazioni, insegnanti e religiosi – è possibile realizzare qualcosa che possa durare nel tempo.
Per questo – a conclusione del mio saluto – ho richiamato una frase di Nelson Mandela – grande leader africano e premio Nobel per la pace – “l’educazione è l’arma più potente per cambiare il mondo”.
«Muito obrigado», direbbero i mozambicani. Molte grazie a tutti. E continuiamo a sostenere la Estrela do Mar con iniziative di solidarietà o con donazioni mediante bonifico bancario intestato a: IPSIA VERCELLI ODV – IBAN IT44Y0608510000000057788875 con la casuale “erogazione liberale a favore della Estrela do Mar”.