PASTICCERI, io e mio fratello Roberto

PASTICCERI, io e mio fratello Roberto” inaugura la nuova stagione 2024/2025 di Officina Anacoleti realizzata con la collaborazione di Fondazione Piemonte dal Vivo nell’ambito di “Corto Circuito”, in partenariato con il Museo Borgogna e la Compagnia internazionale Cuocolo/Bosetti, con il supporto di Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli e la condivisione della Città di Vercelli.

Sul palco di corso De Gregori tornano due straordinari attori, questa volta riuniti insieme nella produzione della Compagnia Umberto Orsini: Leonardo Capuano e Roberto Abbiati già protagonisti nelle scorse stagioni con “Sistema Nervoso” e “Circo Kafka”.

Dolcissimo e geniale questo “Pasticceri”, un fantastico antidoto agli spettacoli in cui gli chef si improvvisano attori o gli attori chef. I due protagonisti portano in palcoscenico un laboratorio (vero) di pasticceria, frullano ragionamenti e montano albumi di neve

Sono due fratelli gemelli.

Uno ha i baffi l’altro no, uno balbetta l’altro no, parla bello sciolto.

Uno crede che la crema pasticcera sia delicata, meravigliosa e bionda come una donna, l’altro conosce la poesia, i poeti, i loro versi e li dice come chi non ha altro modo per parlare.

Uno è convinto che le bignoline siano esseri viventi fragili e indifesi, l’altro crede che le bignoline vadano vendute, sennò non si può tirare avanti.

Il laboratorio di pasticceria è la loro casa. Un mondo che si è fermato alle quattro di mattina, il loro mondo: cioccolata fusa, pasta sfoglia leggera come piuma, pan di Spagna, meringhe come neve, frittura araba, torta russa, biscotto alle mandorle e bavarese: tutto si muove, vola, danza e la notte si infila dappertutto.

Due fratelli gemelli che, come Cyrano e Cristiano, aspettano la loro Rossana, e dove la vuoi aspettare se non in pasticceria?

Due fratelli pasticceri, se li vedi abbracciati, sembrano un albicocca. Profumano di dolci e ascoltano la radio.

Ma, oltre a farina, burro, e cioccolato, gli ingredienti della pièce sono soprattutto la musica ruggente e una certa comicità sottile, fatta di sguardi strabuzzati, mimica efficace e balletti irriverenti. Alla fine, ci resta sulle labbra un baffo di zucchero a velo. Perché i dolci, quelli veri, vengono distribuiti lasciando sul palato il ricordo di un sapore irripetibile.

BIO

Roberto Abbiati debutta all’età di cinque anni nel “Bertoldo a corte” per la regia di Suor Ambrogina.

Lavora per il Teatro alla Scala in qualità di mimo nell’opera “The Flood” di Igor’ Fëdorovič Stravinskij con la regia di Peter Ustinov, nel frattempo impara a suonare la cornamusa. Fa uno spettacolo dal titolo “Riccardo l’Infermo, il mio regno per un pappagallo” che ha debuttato nel 2001 al festival di Sucre in Bolivia, organizzato dal Teatro de los Andes.

Trova una storia straordinaria come quella della prima giraffa di Francia, e ne fa uno spettacolo, Il viaggio di Girafe che porta tutt’ora in giro in Italia e all’estero (Marsiglia, Tolone, Edimburgo e al Dublin Theater Festival) con una piccola tenda e un paio di amici che sono anche bravi attori: Alessandro Calabrese e Luca Salata.

Con Mazzacurati fa due film, “La passione” e “La sedia della felicità”. Con Sergio Rubini è protagonista del corto “La tela”. Con Marco Paolini suona anche il banjo e i cucchiai in “Uomini e cani”. Nel “Giardino dei ciliegi di Cechov” per la regia di Valter Malosti interpreta il divertente Simeonov-Piščik. Lavora con Claudio Morganti allo spettacolo “Circo Kafka” prodotto dal teatro Metastasio di Prato. Partecipa come attore e scenografo al Gruppo di lavoro artistico del teatro Metastasio, in tre produzioni per la regia di Roberto Latini, Claudio Morganti. Con Monica Demuru e la regia di Massimiliano Civica è in scena in “Giorni Felici” di Samuel Beckett. Roberto Abbiati è sostanzialmente un cuoco che suona la cornamusa.

Leonardo Capuano, portatore di un teatro rigoroso e accurato e di una visione personale della profondità dell’animo umano e delle sue contraddizioni, si è rivelato al pubblico nella duplice veste di attore ed autore con vari monologhi, quali “La cura”, che debutta al festival di Volterra nel 2000, “Zero Spaccato” (2003 e ripreso nel 2017), “La sofferenza inutile” (2012) e “Elettrocardiodramma” (2013). Nel 2003 crea con Renata Palminiello “Due”, presentato in diversi festival di teatro, tra i quali Volterra, Inteatro (Polverigi), Santarcangelo, Inequibilbrio (Castiglioncello). Ha lavorato con Alfonso Santagata negli spettacoli “Ubu Re” e “Terra Sventrata”; con la compagnia Lombardi-Tiezzi ne “Gli Uccelli” di Aristofane; con il regista Pietro Babina in “Ritter Dene Voss” e “Il libro di Giobbe”, con Annalisa Bianco in “Bilal”. Nel 2017 inizia la collaborazione con il regista Alessandro Serra come protagonista di “Macbettu”, insignito del premio ANCT 2017 e del premio UBU 2017 come miglior spettacolo dell’anno.

Interpreta il ruolo di Gioacchino nel film uscito lo scorso maggio “Vangelo secondo Maria” con Alessandro Gassman e Benedetta Porcaroli.

Da diversi anni lavora stabilmente con Umberto Orsini e conduce seminari sul lavoro dell’attore con un approccio legato alla fisicità del gesto e della voce.

PASTICCERI

io e mio fratello Roberto

di e con Roberto Abbiati e Leonardo Capuano

tecnica Corrado Mura e Alessandro Calabrese e Luca Salata produzione Compagnia Umberto Orsini

venerdì 25 ottobre ore 21:00

Officina Anacoleti – corso De Gregori 28, Vercelli

BIGLIETTERIA (apertura ore 20) Intero € 15,00

Ridotto € 12,00

È CONSIGLIATA LA PRENOTAZIONE:

https://www.anacoleti.org/prenotazione-spettacoli/ spettacoli@anacoleti.org

3355750907

INFO

www.anacoleti.org spettacoli@anacoleti.org

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